“La mia rottura con Freud è avvenuta sulla questione dell’invidia del pene,

lui credeva che fosse limitata alle donne”

Woody Allen

Sindrome da Spogliatoio

Alzi la mano chi non ha mai misurato il proprio pene con righelli o metri da sarta, chi non ha fatto confronti con gli altri negli spogliatoi di palestre o piscine o al bar (dichiarando in questo caso, misure più o meno corrispondenti alla realtà) e chi si è chiesto almeno una volta nella vita “Il mio pene sarà normale?”.

Nulla di cui preoccuparsi. Perfettamente normale. Siete in ottima compagnia.

Per alcuni, però, preoccupazioni circa le dimensioni del pene diventano un vero e proprio problema. Un “chiodo fisso”.

Si parla in questi casi di “Sindrome da spogliatoio” (in gergo tecnico “dismorfofobia peniena”).

Curiosi? Scopriamo qualcosa in più al riguardo.

Cos’è la “Sindrome da spogliatoio”?

La “Sindrome da spogliatoio” o dismorfofobia peniena è la convinzione immotivata di avere un pene troppo piccolo, troppo grande, troppo curvo oppure con anomalie legate al glande o al prepuzio.

Tale convinzione infondata genera ansia e malessere e può arrivare a limitare le attività quotidiane di chi ne soffre. Si evita la doccia a fine partita per timore del giudizio altrui, si pensa in continuazione alle dimensioni o alla forma dei propri genitali e si fanno continui controlli o confronti.

Dimensioni del pene: alcuni numeri

Ma qual è la dimensione “normale” dell’organo genitale maschile?

I diversi studi effettuati sulla misurazione del pene, hanno evidenziato alcune dimensioni standard, ovvero relative alla media della popolazione (normalità statistica).

Un recente articolo pubblicato sul British Journal of Urology International ha analizzato numerosi studi al riguardo ottenendo i seguenti risultati:

Lunghezza: circa 9 cm “a riposo”  e  circa 13 cm in erezione.

Circonferenza: circa 9 cm “a riposo” e 11-12 cm in erezione.

Gli specialisti concordano nel ritenere che è opportuno parlare di micropene quando la sua lunghezza, in stato di erezione, è inferiore ai 6 centimetri. Condizione davvero molto rara (meno dello 0,6% della popolazione).

(per chi ha un righello in mano proprio ora: la misurazione si effettua a partire si parte dall’osso pubico e si termina sul glande, alla fine del pene).

Curiosità

I confronti “da spogliatoio” sono spesso falsati.

Confrontando il proprio pene con quello di un altro si cade vittime di una distorsione percettiva:

Il proprio lo si guarda dall’alto al basso mentre quello degli altri frontalmente. In questo modo il pene di chi abbiamo di fronte apparirà inevitabilmente più allungato e proporzionato.

Quando diventa un vero e proprio problema?

Si parla di dismorfofobia peniena quando l’ansia e le preoccupazioni per la forma e/o le dimensioni del pene divengono fonte di sofferenza e possono presentarsi in modo persistente o ricorrente anche per parecchie ore al giorno.

Tali preoccupazioni possono inoltre diventare “invalidanti”, limitando in modo significativo le attività della persona. Per paura, ansia e vergogna, infatti, si evitano le situazioni in cui ci si deve mostrare svestiti (spogliatoi, saune, e

perfino rapporti sessuali).

Cosa si può fare?

Il problema (salvo rari non è casi) non è la reale lunghezza, larghezza o curvatura del pene, ma il modo in cui la persona lo vive.

 Il punto è “vedo il mio pene piccolo/ricurvo/… e mi sento inadeguato” non “il mio pene è piccolo/ricurvo… e sono inadeguato”.

La soluzione quindi non la si può trovare in interventi chirurgici (non necessari) o in strani metodi di allungamento del pene scovati in internet (nel migliore dei casi inefficaci, e ovviamente rischiosi).

L’obiettivo non è infatti cambiare il proprio pene ma imparare ad accettarlo ed amarlo così com’è.